“Il cane e la luna” di Alice Barberini (Orecchio Acerbo)
I protagonisti: un cane acrobata e una luna di cartapesta.
Ambientazione: città di Parigi , primi del ‘900.
La trama : un cane acrobata, vestito da Pierrot, si esibisce in un circo. All’interno del tendone come scenografia, c’è una grande luna di cartapesta di cui il cane si innamora.
Arriva il momento di smontare il circo, la luna non serve più, viene buttata via.
Il cane non vuole assolutamente separarsi dalla sua luna, così la carica in un carretto e scappa dal circo.
I due vagano per le strade di Parigi e si trovano a dover affrontare il freddo, la pioggia e la fame. Si riparano in un androne. Poi si addormentano vicini vicini per ripararsi dal freddo.
Ma la situazione è destinata a cambiare… Un bambino, mentre cammina per strada vede una scena insolita: un cane vestito da Pierrot dorme accanto a una grande luna. Il bambino si avvicina, li osserva, poi prende il muso del cane fra le sue mani: tra i due è subito amore.
Il bambino adotta il cane. E la luna? La luna viene notata da un signore molto distinto che la raccoglie e la farà diventare protagonista di un film: “Le voyage dans la lune” del regista Georges Méliès.
Il libro, che è un omaggio appunto al regista francese Georges Méliès, ha per protagonista le illustrazioni che primeggiano in senso assoluto sulle parole. Sono tavole in bianco e nero, con qualche tocco di rosso che, sfogliandole , danno la sensazione di essere di fronte ad uno dei primi cortometraggi cinematografici. Sono pagine dense di poesia e di romanticismo.
Un tema che la storia mi ha subito rievocato, è quello della seconda possibilità, dell’opportunità di cambiamento legato al coraggio di lasciare tutto in cerca di qualcosa di migliore. Il cane trova l’amore di un bambino che immediatamente lo adotta.
La luna, un oggetto di cartapesta che viene buttato via perchè all’interno del circo ha già fatto il suo ciclo, trova l’occasione del “riciclo”, di una second life e torna ad essere protagonista. Insomma “Il cane e la luna” offre molti spunti per aprire confronti ed approfondimenti e spero che la sua lettura possa essere l’incipit di tanti percorsi laboratoriali.