Il laboratorio è incentrato sul tema della diversità. Il titolo, che vuole essere provocatorio, è il punto di partenza per una riflessione su che cosa sia diversità : “Siamo più o meno tutti uguali e c’è qualcuno che si differenzia o siamo tutti diversi con qualche punto in comune?”
Il percorso si propone di sviluppare le seguenti competenze:
- Capacità di individuare le diversità, le caratteristiche degli altri;
- capacità di accogliere le diversità attraverso i valori del rispetto e della tolleranza;
- scambio costruttivo di esperienze;
- capacità di creare un clima accogliente in cui tutti si sentano a proprio agio;
- rispetto dei difetti, delle insicurezze, delle idee e dei modi di esprimersi di ogni compagno
- acquisizione della consapevolezza che il lavoro di ogni componente il gruppo è importante per la buona riuscita del lavoro dell’intero gruppo.
- sviluppo delle competenze linguistiche, logiche, spaziali
- potenziamento delle abilità finomotorie.
Modalità di realizzazione:
1° incontro: introduzione del percorso attraverso una serie di letture grazie alle quali la classe individuerà il tema da affrontare.Divisione della classe in tre gruppi a ciascuno dei quali sarà affidata la lettura delle storie :
- “Piccola Macchia” (di Lionel le Neouanic-Giannino Stoppani Editore );
- “C’era una volta un lago” (di Gloria Francella-Giunti Kids );
- “ Elmer l’elefantino variopinto” (di D. McKee- Ed. Mondadori).
Una volta scoperto il tema, sarà proposto un “brain storming”riguardante tutte le caratteristiche per le quali siamo diversi gli uni dagli altri.
2° incontro: letture di storie che introdurranno una riflessione sui punti deboli e i punti di forza che ogni persona presenta.
- “Sono io il più forte” di Lucy Cousin-Nord Sud Edizioni;
- “Una storia in ogni cosa” di Stefano Bordiglioni Einaudi Edizioni
3° incontro: elaborazione grafica, con tecnica a scelta, su quanto riflettuto ed espresso verbalmente nell’incontro precedente.
4° incontro: lettura della storia “In una notte di temporale” di Yuichi Kimura- Salani Editore
Dopo la lettura che ben si presta ad un approfondimento del tema affrontato, ad ogni bambina/o verrà richiesto di scrivere un eventuale proseguimento della storia.
5° incontro: proposta dei giochi:
- “Il gioco del cieco” incentrato sulla fiducia;
- “L’isola che non c’è più” incentrato sulla cooperazione.
Al termine, tutti in cerchio, i bambini saranno chiamati a condividere a caldo le sensazioni provate durante i giochi.
6° incontro: lettura della storia: “L’Africa in città” di Chiara Dattola-Terre di Mezzo Edizione .
La storia consentirà un approfondimento sul tema dell’intercultura.
7° incontro: proposta del gioco: “La ragnatela” che avrà lo scopo di far sentire tutti uniti, di essere filo importante di un’unica tela. Tutti legati dai fili di lana i ragazzi dovranno poi compiere delle azioni stando attenti a non rompere la ragnatela.
Il gioco sarà seguito dal cerchio delle emozioni per condividere le sensazioni provate.
8° incontro: sulla base di quanto emerso durante i precedenti incontri – idee, riflessioni, proposte, consigli, esperienze personali, emozioni ecc… , la classe sarà chiamata a fare una sintesi attraverso canali espressivi scelti liberamente.
9° incontro: raccolta dei materiali per la realizzazione della sintesi.
10°,11°, 12° incontro: realizzazione della sintesi.
13° incontro: conclusione dei lavori.
Luogo di realizzazione:
classe e palestra della scuola.
ED. Cristina Bonazzi.
Appunti di viaggio; documentazione del percorso
Il percorso è nato perché all’interno della classe seguivo un’ alunna affetta fin dalla nascita da una malattia neuro metabolica rara. Tale malattia ha fortemente segnato la sua vita che , da subito, è stata decisamente diversa da quella dei suoi amici. La bambina desiderava condividere questa sua diversità con i compagni, ma nello stesso tempo l’idea della condivisione la intimoriva . Così ho pensato ad uno “spazio e ad un momento ” in cui riunire l’intera classe per aprire un forum sul tema della diversità.
Nel periodo in cui stavo cercando libri ed eventuali materiali che potevano essere utili per affrontare questa tematica, navigando in internet, mi sono imbattuta in una bella riflessione di cui riporto la parte iniziale:
La gestione della diversità in ambito scolastico
Dott.ssa Luigia Tatiana Porcelli *
Nel contesto attuale si sente spesso parlare di “diversità” ma che cos’è la diversità?
“La diversità è una componente intrinseca alla natura dell’uomo; ognuno è portatore di una propria diversità poiché possiede delle caratteristiche che lo rendono differente dagli altri, unico e speciale.
Oggi una delle sfide più difficili da affrontare non è quella di annullare ogni distinzione ma di includere le caratteristiche specifiche di ognuno in un disegno collettivo, sostanzialmente condiviso, dimostrando che le differenze, ritenute in maniera erronea un limite e un difetto, possono invece produrre un complessivo arricchimento. I tratti distintivi di ogni individuo quindi, devono essere concepiti in un’altra ottica ovvero come dei valori e come delle risorse per la propria crescita. Le differenze non devono quindi essere ridotte o eliminate altrimenti si assisterebbe ad un impoverimento della diversità e della ricchezza dei tipi umani e quindi di quelle caratteristiche così uniche che ognuno ha…”
Tratto da : www.studioliberamente.it/la-gestione-della-diversità-in-ambito-scolastico/
Con queste preziose parole nella mente, è iniziato il viaggio.
Per entrare nel tema e dare così il via a questa avventura, i libri sono stati molto utili. Spesso utilizzo storie brevi e semplici . Ma come dico sempre ai miei ragazzi (anche a quelli “grandi della scuola media”), nelle storie semplici si trovano messaggi profondi e molto diretti, che consentono di arrivare al nocciolo del tema prescelto, senza troppi giri di parole.
Dopo alcuni incontri ho deciso (è stato un “fuori programma”) di condividere con i ragazzi, l’articolo della Dott.ssa Porcelli. Ho riportato in un cartellone (che ci ha tenuto compagnia per tutta la durata del viaggio) le parti più salienti che potevano offrire importantissimi spunti di riflessione.
All’inizio non è stato facile per il gruppo sciogliersi, creare quell’ intimità tale da riuscire a raccontare “pezzi di sé “.
Per arrivare a costruire un’atmosfera che favorisse un’apertura verso l’altro e una sensazione di fiducia, il gioco è stato un ottimo mezzo. I giochi di fiducia e di cooperazione proposti , sono stati molto graditi, hanno suscitato tante risate ma nel contempo sono stati costruttori di unione e complicità.
Solo dopo questi momenti è stato possibile, per ogni elemento del gruppo, parlare di sé , delle proprie diversità, delle proprie fragilità.
L’intensità della partecipazione, il coinvolgimento di tutta la classe è stato molto forte ed ognuno “ha regalato” un po’ di sé…anche per N. si è creata l’atmosfera giusta, un momento accogliente all’interno del quale si è sentita di condividere le pesanti esperienze legate alla sua malattia e a portare il grande coraggio che ogni giorno mette in campo per affrontare il quotidiano.
Storie lette, giochi, confronti, racconti di esperienze personali lavori individuali, hanno portato i ragazzi ad approfondire molto la tematica della diversità e sono arrivati a trarre delle conclusioni importanti.
A questo punto erano chiamati a fare una sintesi di tutto ciò che era emerso, attraverso qualunque canale espressivo.
Illuminanti sono stati dei cilindri di cartone che avevo portato durante un incontro per rappresentare visivamente la diversità.
Questi cilindri sono in seguito diventati i protagonisti di un racconto …o meglio di uno spot pubblicitario sulla diversità.
Per la realizzazione dello spot i ragazzi hanno dovuto prima tracciare un testo scritto, poi con materiale di vario genere (tempere, acquerelli, cartoncini , stoffe, …) hanno creato i protagonisti e le scenografie.
Una volta ultimate scenografie e protagonisti con fotocamera e cavalletto, a turno, hanno ripreso e fotografato le varie scene componenti lo spot.
Infine si sono sperimentati come doppiatori: hanno prestato la loro voce ai personaggi.
Il montaggio di tutto il materiale è stato realizzato da un professionista esterno alla scuola.
Ed ecco il risultato:
IL CORTOMETRAGGIO:
“Solo bianco e nero?… forse no!”.
Lo spot oltre che essere stato fonte di divertimento per la realizzazione di personaggi, scenografie, registrazione voci, ha portato ai ragazzi anche soddisfazioni e orgoglio in quanto apprezzato non solo dalla scuola, ma anche da una importante giuria.
Il lavoro infatti ha partecipato al concorso “Sottodiciotto film festival” di Torino (anno 2013) ed ha vinto un premio:
Questa esperienza laboratoriale, ci ha portato un’altra splendida opportunità di arricchimento. All’interno del gruppo classe una ragazza, durante il percorso, aveva parlato di un’amica con disabilità uditive, amica che ,fra l’altro, era protagonista di un cortometraggio che mette in evidenza le difficoltà che possono incontrare quotidianamente le persone audiolese.
Il corto, intitolato “Matilde” (regia di Vito Palmieri), è nato per volere dell’associazione AGFA (Associazione Genitori con Figli Audiolesi) .
Riporto le parole dell’ Associazione :
“ L’ideazione e la produzione di un corto sul tema della sordità sono nate dalla volontà di diffondere un’informazione corretta su una disabilità ancora poco nota e spesso dimenticata, facendo intuire le difficoltà, ma anche la forza di volontà che occorre ad un sordo per superarla e suggerendo a tutti che ci sono molti modi per dargli una mano nella vita di tutti i giorni.”.
Per quanto mi riguarda suggerisco, con forza e passione, la visione di questo cortometraggio davvero illuminante!!!
Così, grazie a qualche contatto e alla disponibilità di molte persone, è nato un bellissimo intreccio, uno scambio di esperienze e di vissuti che ha preso forma nello spazio di un incontro: